Sanità abruzzese a rischio per licenziamenti e mancate assunzioni

TERAMO – Sulla questione relativa al personale della sanità (contratti a tempo determinato e nuove assunzioni), interviene FI con i consiglieri Gianni Chiodi, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri. Una nota spiega che il governatore Luciano D’Alfonso, in qualità di commissario ad acta della sanità ha avvertito i direttori generali della quattro Asl d’Abruzzo raccomandando loro di "Ricondurre da subito la spesa per il personale con rapporto di lavoro flessibile nell’ambito dei limiti stabiliti dalla Corte Costituzionale, tradotto: se non ci ripensano torneranno a casa 1.100 precari". “E’ davvero preoccupante l’impostazione di D’Alfonso – evidenzia il Capogruppo Sospiri – che con il Decreto n.5 del febbraio scorso in qualità di Commissario, per contenere i costi del personale, aveva abbassato il limite massimo della spesa dal 90% al 50% rispetto a quanto sostenuto nel 2009. Per questo abbiamo presentato una Risoluzione in Consiglio regionale evidenziando le enormi criticità che il provvedimento avrebbe determinato in termini di prestazione di servizi. In Aula l’Asssessore Paolucci disse di essere d’accordo con le nostre osservazioni tant’è che la maggioranza votò la risoluzione. Pochi giorni dopo la presentazione della risoluzione, il Decreto fu chiarito nella sua applicazione, con una lettera del Commissario, che essenzialmente sottolineava la necessità di indire i concorsi evitando di chiudere i reparti. Il 25 maggio arriva la retromarcia e il Commissario, sempre con lettera ai Direttori generali, ripristina l’efficacia puntuale del Decreto n.5 nel quale c’è un chiaro avvertimento: il mancato rispetto dei limiti costituisce “illecito penale e determina responsabilità erariale” (questo vuol dire oltre 2,5 milioni di euro a Pescara, oltre 10 milioni a Chieti, 11 milioni all’Aquila e 13 milioni a Teramo). Tra l’altro nella strategia di D’Alfonso c’è la chiara volontà di impedire ai Manager di indire nuovi concorsi ad esempio evitando di ufficializzare le Commissioni esaminatrici”. “I numeri disegnano uno scenario allarmante – sottolinea Febbo – perché in base a quanto stabilito dal Decreto n.5 sono 1.100 i lavoratori precari che perderanno il posto di lavoro: circa 300 della Asl di Avezzano –Sulmona – L’Aquila, circa 400 della Asl di Teramo, circa 150 della Asl di Pescara (di cui 44 medici) e 300 della Asl di Lanciano – Vasto – Chieti, tra cui medici, infermieri e personale paramedico. Peraltro, la mancanza di personale si concretizzerà durante l’estate e rischia di costringe i vertici sanitari a non concedere le ferie per evitare il serio di rischio di chiudere i reparti. Il Manager Asl Silveri aveva addirittura annunciato il rinnovo del contratto di 210 precari e ieri è stato costretto a smentire”. Il Presidente emerito Gianni Chiodi ha dichiarato: “L’Abruzzo non ha affatto necessità di intervenire sui costi del personale perché abbiamo raggiunto l’equilibrio con i Lea raggiunti che oggi ci collocano tra le migliori Regioni in Italia. Nel nostro programma operativo avevamo previsto di trasformare negli anni i contratti precari in contratti a tempo indeterminato portando il limite della spesa al 90%. Non si migliora il servizio sanitario aderendo supinamente alle disposizioni del Tavolo di monitoraggio visto che tra l’altro non è necessario. La situazione che si prospetta è grave e oggi rischiamo di vedere bloccato l’espletamento di alcuni servizi essenziali. La cosa più grave però – conclude Chiodi – è constatare che quello che dichiarano in Consiglio regionale viene puntualmente smentito nei fatti”.